Creatix LC 144 VF Manual de usuario Pagina 118

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I due versetti, Rm 3, 21-22, sono suddivisi in tre parti: nella prima si afferma la manifestazione
della giustizia; nella seconda si mostra ciò per mezzo di cui la giustizia si è manifestata; nella
terza, la differenza tra la giustizia acquisita tramite la legge, e quella vera acquisita tramite la
grazia. Il testo prosegue con il commento delle varie parti.
La terza parte, a sua volta, si suddivide in due parti:
Tertium est, ubi ponitur differentia hujus justitie ad justitiam legis. Ponit autem duplicem
differentiam: una est, quia universalior est, nam lex fidei omnibus data est, lex Moysis
aliquibus – unde justitia fidei universalior; alia, quia potior est; lex enim Moysis legaliter
poterat impleri sine gratia, sed non fidei justitia. Primum significatur ibi: in omnes,
secundum ibi: super omnes.
61
La differenza tra la giustizia della grazia e quella della legge è duplice: la prima riguarda
l’universalità di cui la iustitia fidei gode a differenza della iustitia legis; la seconda, la maggior
completezza della iustitia fidei. Questa duplice differenza è indicata dalle diverse espressioni: in
omnes e super omnes.
Già nel commentare il versetto 3, 22, Guerrico propone una divisione dei passi
successivi:
Dixit, quod justicia Dei in omnes et super omnes, hic autem ostendit primo, quod in omnes
ibi: omnes enim peccaverunt; secundo super omnes ibi: iustificati gratis; tertio modum
iustificationis ponit, ibi: Per gratiam ipsius; quarto ostendit, quare Jhesum posuit
propitiatorem, ibi: ad ostensionem etc.
62
La iustitia Dei, in quanto in omnes, è espressa da 3, 23: «omnes enim peccaverunt»; in quanto
super omnes, da 3, 24: «iustificati gratis»; poi si esprime la modalità della giustificazione: «per
gratiam ipsius»; infine, in 3, 25, il perché della scelta di Dio: «ad ostensionem etc.»
63
.
Anche per Helmut Riedlinger, «die neuartige scholastiche Aufgliederung» è una
caratteristica dell’esegesi di Guerrico
64
. Ad esempio ulteriore, commentando Ct 5, 2, «Aperi
mihi, soror mea, amica mea, columba mea, immaculata mea», il domenicano scrive:
Primo ostendit, quia debet: soror; secundo, quia novit: amica; tertio, quia potest: columba;
quarto, quia digna est: immaculata.
65
61
Ibid., p. 116.
62
Ibidem.
63
La numerazione dei versetti di cui mi servo in questi miei commenti è basata su edizioni della Vulgata
successive a Guerrico. Nel XIII sec. si seguiva la suddivisione in capitoli di Stefano Langton, pressoché identica a
quella attuale, e il sistema di versificazione secondo le lettere dell’alfabeto proposto da Tommaso Gallo.
64
RIEDLINGER, Die Makellosigkeit cit. (alla nota 32), p. 274.
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