
18
Lo studio della teologia prevedeva innanzitutto sette anni di audizione
34
che, tuttavia,
potevano essere ridotti a cinque
35
. Previo giudizio positivo dell’apposita commissione, seguivano
i due anni di baccellierato biblico
36
e i due anni di baccellierato sentenziario
37
. La licenza era
preceduta da altri tre o quattro anni in cui il candidato otteneva il titolo di baccelliere formato
38
.
Questo è quanto previsto dagli statuti, ma la vita effettiva del mondo universitario spesso
oltrepassava il rigido schematismo della regolamentazione. «La lettre traduit et fixe la vie. Celle-
ci commande, elle éclaire et explique la lettre (…) Il faut prendre conscience, avant d’établir
l’inventaire ou de tenter une interprétation, de ce jeu subtil auquel on ne peut se soustraire, de la
vie et du texte, de la pratique et des Statuts. La vie est première; elle restera même plus ou moins
longtemps, seule en scène. Les décisions officielles, à mesure qu’elle surgissent, s’y réfèrent,
l’entérinent, sans toutefois la cerner complètement, tant s’en faut»
39
.
Poteva capitare, dunque, che gli anni di audizione fossero ridotti da sette a cinque e che
gli ultimi tre o quattro anni prima della licenza fossero del tutto evitati. Negli stessi anni, di tale
esenzione godettero Stefano di Poligny e Pietro Larchevêque
40
, dunque è possibile che ne abbia
usufruito anche Guerrico.
34
Cfr. GLORIEUX, L’enseignement au moyen âge cit. (alla nota 11), p. 80: «La scolarité requise pour être
admis a lire: sept ans d’audition».
35
Cfr. ibid., p. 93: «A la faculté de théologie, pendant une première période qui ne durait pas moins de cinq
ans – les cinq années d’audition comme on disait – l’étudiant était plutôt passif».
36
Cfr. ibidem: «[Le lecteur] exposait à son tour les livres qu’il avait entendu commenter: l’Écriture Sainte,
pendant deux ans».
37
Cfr. ibidem: «Le livre des Sentences pendant deux ans aussi».
38
Cfr. ibidem: «Bachelier bibliste, bachelier sententiaire, il devenait alors bachelier formé et, à ce titre,
pendant trois nouvelles années, il participait, aux côtés du maître, à la vie de l’école et à la formation des étudiants».
Più oltre, a proposito dell’obbligo dei baccellieri di tenere sermoni, Glorieux parla di «trois ou quatre années qui
suivent la lecture des Sentences», cfr. ibid., p. 150.
39
Ibid., p. 77.
40
Cfr. P. GLORIEUX, Les années 1242-1247 à la Faculté de Théologie de Paris, in «Recherches de
Théologie ancienne et médiévale», 29 (1962), pp. 234-249. Nell’analisi che P. Glorieux propone del ms. Paris,
Bibliothèque Nationale, lat. 15652, qui attribuito ipoteticamente a Raoul de Colebruge, giovane studente che amava
seguire i corsi di vari maestri e baccellieri, segnaliamo i casi di Stefano di Poligny e di Pietro Larchevêque,
cogliendo elementi importanti ai fini del nostro discorso, non evidenziati però dall’autore, il cui obbiettivo non era
mostrare la possibilità di un corso accelerato di studi. Nel ms. citato sono riportati il Principium in I. Sent. e il
Commento al Vangelo di Giovanni di Stefano di Poligny. Il primo scritto, secondo i calcoli di Glorieux, risale al
1243, ed è il discorso introduttivo tenuto dall’autore in qualità di baccelliere sentenziario nel primo anno della
lettura. Il secondo scritto è un commento alla Scrittura, dunque un commento magistrale, e risale al 1245. Stefano di
Poligny, dunque, nel 1243 è presentato come baccelliere sentenziario che inaugura il suo corso; soli due anni dopo,
Comentarios a estos manuales