Creatix LC 144 VF Manual de usuario Pagina 289

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derogabant sibi, sed hoc erat secundum diversos respectus secundum duplicem unionem. Et
ex hoc est quod nullus hominum tantum potuit habere dolorem, unde Threni 3 [Lm 1, 12]:
Videte si est dolor sicut dolor meus; aliter enim est in martyribus, in quibus amor adimat et
alleviat dolorem.
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In quanto vero uomo, Cristo era unito al corpo come ogni pellegrino in questo mondo (viator) e
soffriva come e più degli altri uomini; in quanto vero Dio, Egli era unito a Dio e ne fruiva
gioendo (comprehensor)
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. La convivenza delle due nature implica, secondo Guerrico, la
simultaneità dei due sentimenti che esse comportano, la sofferenza e il gaudio, senza che l’uno
impedisca l’altro; analogamente, l’anima beata al contempo desidera Dio e il proprio corpo,
senza che l’insoddisfazione per l’assenza del corpo e il suo appetito riducano la beatitudine
provata per la visione di Dio che, come non subisce diminuzioni a causa del desiderio dell’anima
di governare il proprio corpo, così non avrà aumenti di intensità quando tale desiderio sarà
appagato. La co-esistenza simultanea di gioia e passione in Cristo non comporta, come
erroneamente sostiene Trottmann, che le anime beate gioiscano e al contempo soffrano per
coloro che ancora sono in viaggio sulla terra
298
. Rispondendo all’obiezione per cui, se in Cristo
la passione non impedisce la fruizione
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, allora anche i beati potranno gioire e insieme patire,
Guerrico così si esprime:
Quod obicitur de patria non est simile quia ibi anima non habet duplicem comparationem. –
Item, sunt in statu comprehensionis tantum, non viatoris, et ideo nihil passionis possunt
habere.
300
296
ID., Quodlibet 5, art. 1e, edd. Principe - Black cit., pp. 261,310-262,330.
297
Nelle quaestiones quodlibetali il maestro domenicano non si sofferma sulla pienezza o meno della
conoscenza dell’anima di Cristo, tema affrontato nella quaestio disputata II in cui Guerrico aveva assimilato la
conoscenza di Dio del comprehensor a quella di qualsiasi anima beata. Nei testi che stiamo esaminando, Cristo, per
la sua natura divina, è unito intellettualmente alla divinità e ne conosce i pensieri; se questa conoscenza abbia per
oggetto la stessa essenza divina o sia pari a quella che Dio ha di se stessa, non è determinato e neanche funzionale al
discorso. Per un confronto tra Guerrico e Tommaso d’Aquino sul tema della compresenza di passione e gioia
nell’anima di Cristo, cfr. J.-P. T
ORRELL, Christology in the Quodlibets of Guerric of Saint-Quentin: A Precursor of
Thomas Aquinas?, in Essays in Medieval Philosophy and Theology in Memory of Walter H. Principe, CSB, eds. J.
R. Ginther – C. N. Still, Aldershot – Burlington 2005, [pp. 53-65], pp. 61-62.
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Cfr. TROTTMANN, Psycho-somatique de la vision béatifique cit. (alla nota 103), p. 223: «Les
bienheureux pourront donc en même temps contempler Dieu, en jouir dans la gloire et compatir aux souffrances de
ceux qui cheminent encore en cette vie».
299
Cfr. GUERRICUS, Quodlibet 5, art. 1e, edd. Principe - Black cit., p. 261,302-305: «Videtur quod si passio
non impediebat fruitionem, videtur quod in patria qui fruuntur poterunt pati vel compati».
300
Ibid., p. 262,331-337.
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