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possano condurre a tracciare una coerente posizione ideologica. Così, a proposito della visio
beatifica, sembra possibile individuare una costante che riprende la tesi gregoriana e isidoriana.
Forsitan vestigia Dei comprehendes, et usque ad perfectum Omnipotentem reperies? [Jb 11,
7] Benignitas visitationis quae viam nobis ostendit, ut nondum visum sequamur, donec ad
contemplandum veniamus. Hec nequeunt comprehendi: quia unde ubi quibusve modis dona
spiritus eius veniunt nescimus; unde et nescis unde veniat et quo vadat. In futuro reperietur
omnipotens per speciem, sed non ad perfectum, quia eius essentia a nullo plene videbitur.
57
Si tratta di una esplicita citazione dai Moralia in Job
58
che sintetizza efficacemente la posizione
del pontefice: in patria vedremo Dio com’è (per speciem va inteso nel senso paolino, in
opposizione a per speculum), ma non perfettamente (non ad perfectum); vedremo l’essenza
divina, ma non in maniera piena e completa (a nullo plene videbitur). È la medesima posizione
sostenuta da Isidoro. Nei dibattiti presenziati da Guerrico, tale tesi sarà attribuita esplicitamente
al vescovo di Siviglia, mentre di Gregorio si preferirà citare altri testi, meno espliciti circa la
visione in futuro. L’idea gregoriana, ripresa in toto da Isidoro, è proposta tramite la Glossa.
Può non essere contraddittoria con questa concezione l’idea espressa nella glossa
interlinearis a Mt 5, 8:
Beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt. Hic per spem, illic per rem.
59
La visione, in questa vita, avviene nella speranza (per spem); nell’aldilà, essa avrà per oggetto la
cosa stessa (per rem). Per salvaguardare la coerenza della Glossa e il suo richiamo alla tesi
gregoriana, si potrebbe ritenere che la visio per rem può non essere completa e piena; essa resta
inevitabilmente parziale, poiché, per dirla con Isidoro, vedremo la res, ossia la sostanza divina,
ma non come essa vede se stessa. Tuttavia, nella contrapposizione per spem/per rem, è possibile
individuare anche una ripresa dell’opposizione paolina per speculum/per speciem, alla luce della
quale il per rem assume la connotazione di una visione piena e completa.
57
Biblia latina cum Glossa ordinaria, Strasbourg 1480-1481 (rist. an. Turnhout 1992), Adolphus Ruschius,
II, f. 398, col. 2, corsivo mio.
58
Cfr. GREGORIUS, Moralia in Job, X, 8, 13, 928C, ed. Adriaen cit. (alla nota 39), I, pp. 546,31-547,40:
«Sola eius vestigia conspicientes gradimur, qui hunc per donorum suorum signa sequimur quem necdum videmus.
Quae nimirum vestigia comprehendi nequeunt, quia unde, ubi, quibusve modis veniant eius Spiritus dona,
nesciuntur (…) In retributionis autem culmine reperiri Omnipotens per contemplationis speciem potest, sed tamen
ad perfectum non potest, quia etsi hunc in claritate sua quandoque conspicimus, non tamen eius essentiam plene
contuemur».
59
Glossa ordinaria, IV, f. 18, col. 1, glossa interlinearis.
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