Creatix LC 144 VF Manual de usuario Pagina 222

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paternità del Liber de causis, pensa di essere aristotelico: «Aux yeux de Guerric, qui ne connaît
pas cette filiation, c’est ici encore un autre Aristote, et qui satisfait davantage sa foi de
théologien»
148
.
Ma cosa ne è dell’anima separata
149
? L’anima santa e beata, allontanatasi dal corpo in
seguito alla sua morte e ascesa allo stato paradisiaco in cui si trova l’angelo, continuerà ad avere
una conoscenza possibile e imperfetta? Guerrico risponde:
Anima separata per naturam habet intellectum possibilem.
150
L’imperfezione caratterizza essenzialmente l’anima umana, mai questa potrà liberarsene,
neanche in patria dove, tuttavia, pur serbando l’imperfezione naturale, l’anima potrà godere di
una pienezza che le proviene dalla grazia divina e raggiungere così la perfezione della
conoscenza angelica:
[Anima sancta] habet plenum per gratiam sed possibilem per naturam.
151
L’oggetto della conoscenza di cui stiamo trattando a proposito dell’anima beata è sempre
l’insieme delle cose naturali: l’anima umana sarà assimilata all’angelo nella conoscenza di tutte
le cose inferiori dalla grazia e così sperimenterà una pienezza che riguarda soltanto la
conoscenza degli enti mondani
152
. Ma la pienezza conoscitiva dell’anima beata avrà per oggetto
anche Dio?
148
Ibidem.
149
Si parla dell’anima separata dopo la morte del corpo, non dell’anima platonicamente intesa come
separata prima della creazione del corpo. Guerrico, nel rispondere all’obiezione che tende a negare la possibilità
come differenza specifica tra la conoscenza umana e quella angelica sulla base di un presunto identico status
gnoseologico dell’angelo e dell’anima creata prima del corpo, non esita a definire eretica tale concezione
dell’anima: «Qui posuerunt animas creatas separatas posuerunt quod habuerunt omnium scientiam in sua creatione
et in coniunctione cum corpore obliviscebantur. Unde bene concedebant isti quod sicut angelus actualem
cognitionem omnium habet, ita et animae, et secundum hoc bene esset verum quod possibile non esset differentia
specifica animae sed accideret. Sed illud erat haeresis, et ideo dicimus quod possibile est differentia specifica
animae» (G
UERRICUS, Quodlibet 1, a. 1b, edd. Principe - Black cit., p. 187,173-179).
150
Ibid., p. 187,167-168.
151
Ibid., p. 187,169-170.
152
Tale precisazione è dovuta e risulta chiaramente dall’argomento contrario cui il maestro si affretta a
rispondere: «Si possibile est differentia specifica animae, ergo ubique et semper concomitatur ipsam. Ergo, etiam
cum est separata, est possibilis. Contra: Novit omnia quae naturaliter fiunt et multa quae fiunt per gratiam, et
loquitur de anima sancta vel beata. Ergo non est illud differentia specifica ipsius. Quod autem non sit possibilis patet
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